I termini T.e.r.f. e F.A.R.T puntano alla deumanizzazione e quindi legittimano la violenza

La deumanizzazione è una forma di svalutazione radicale che ricorre sistematicamente nella storia del genere umano senza eccezioni. E’ il mezzo facile e veloce per sottomettere alcuni gruppi di persone e per fare in modo che sempre più persone si convincano che quel gruppo meriti tutta una serie di azioni.

Secondo la psicologia sociale è quindi una strategia per esercitare un potere subordinante e di eliminazione da parte di un gruppo verso un altro gruppo o verso le persone che appartengono o potrebbero appartenere ad un gruppo. Quindi si mette in pratica sia nei confronti del gruppo che nei confronti delle singole persone che lo compongono o verso le persone che vengono ricondotte a forza in un gruppo.

La psicologa sociale prof.ssa Volpato individua il processo tramite cui si arriva alla deumanizzazione:

Il processo di delegittimazione consiste nella categorizzazione
di un gruppo sociale in termini talmente negativi,
normalmente non impiegati per definire i gruppi umani.
Il processo porta all’esclusione permanente del gruppo
delegittimato
dall’insieme dei gruppi con i quali è lecito
intrattenere relazioni.
Tale esclusione è segnata da emozioni intense e negative e
regolata da precise norme sociali

In realtà è anche una strategia per neutralizzare letteralmente l’avversario e per fare in modo che qualunque cosa dica non avrà importanza e non verrà presa in alcun modo in considerazione da nessuno ed in nessuna occasione.

Questa strategia conduce le persone a percepirne altre come non umane e quindi come non meritevoli di considerazione, rispetto in tutti i sensi, ascolto e meritevoli del peggiore trattamento.

Ora veniamo al dunque. Da alcuni anni qualunque DONNA  esprima un parere contrario alle teorie queer e alla filosofia post-umana che vi sta dietro si trova marchiata (ancora non a fuoco) con due sigle dell’infamia : TERF e FART. 

Ci sono intere pagine che incessantemente bombardano i social di messaggi deumanizzanti indirizzati alle Terf e Fart, anzi si potrebbe dire che oramai un gruppo di persone, molto numeroso e transnazionale, utilizza questi termini quotidianamente.

Ma cosa sono Terf e Fart?

Vorrebbero/dovrebbero essere acronimi quindi portatori di un significato profondo e politico, ma il modo in cui vengono usati massivamente svelano la strategia deumanizzante che sta dietro.

Un primo evidente sintomo di volontà deumanizzante sta nel significato del lemma “FART” che in inglese significa letteralmente “scorreggia“. E’ chiaro che se sei una massa gassosa che fuoriesce dall’intestino non sei un essere umano.

La stretta connessione fra deumanizzazione e quei termini è facilmente intuibile dalle immagini che seguono.

Giustamente tutte coloro che si sono ritrovate etichettate con questo marchio infamante e deumanizzante hanno provato e provano a far notare quanto violenta sia la strategia comunicativa e l’utilizzo di quei termini. La risposta che si sentono dare sistematicamente è che non c’è nulla di violento perchè è “solamente un acronimo che ha un significato” e che basterebbe “non essere transfobiche” per non esserne vittime. Peccato che non essere transfobiche in questo caso nulla ha a che vedere con le persone transessuali ma con l’opposizione al pensiero Queer e alla Gender Identity Theory.

La prof.ssa Volpato ci dice che fra i passaggi della deumanizzazione ci sono:

1- Distorcere e minimizzare le conseguenze degli atti compiuti (“non è violento, è solo una descrizione)

2- Le vittime vengono incolpate di quanto subiscono ed ulteriormente deumanizzate

Ma quale è il rischio di tutto questo? Quali responsabilità si stanno assumendo consapevolmente (o inconsapevolmente) tutte le persone che usano Terf e Fart contro le donne che si rifanno ad una filosofia e visione diversa da quella queer?

Sempre la Volpato, sintetizzando decenni di studi sulla deumanizzazione, ci dice che la deumanizzazione si concretizza in un disimpegno morale che gli studi hanno dimostrato sia collegata a fenomeni di severa violenza intergruppi.

Nello specifico porta gli studi di Hirsch e Smith che mostrano come l’uso di termini deumanizzanti per definire un gruppo nemico costituisce < un chiaro segno che si sta muovendo verso lo sterminio>

E sinceramente che l’obiettivo sia avallare la violenza fisica e sessuale contro le persone che non si inginocchiano passivamente alle idee che ritengono sbagliate è dato da questa successiva carrellata di immagini. Ed il fatto che la comunità che sta generando questo linguaggio ed immaginario deumanizzante faccia finta di non sapere, non vedere e non capire dove stanno andando a parare perchè l’obiettivo è distruggere l’avversario (anzi le avversarie) è, alla luce di studi sociologici, l’ennesima dimostrazione di una strategia deumanizzante

Qui una carrellata di affermazione assolutamente agghiaccianti

Fonte: Deumanizzazione- come si legittima la violenza, Chiara Volpato ed. Laterza 2016

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