DDL Pillon: la PAS, le madri e le contraddizioni del femminismo universale

Nel 2019 una delle battaglie portate avanti, anche un po’ retoricamente, dalla branca del femminismo più in voga fu quella contro il “famigerato DDL Pillon” in merito alla riforma della legge 54/2006.

Fu tutto un pullulare di proteste, post, manifestazioni contro un DDL accusato di essere contro le donne. Ed in effetti quel DDL era contro le donne, quel che mi convince poco è il motivo per cui il femminismo mainstream e i partiti della galassia di sinistra si siano intestati (così tardivamente) questa battaglia e nulla mi toglie dalla testa che in effetti il motivo sia stato proprio il personaggio del senatore Pillon e le sue rivoltanti affermazioni sull’aborto.

Lo dico perchè il DDL Pillon altro non è che un disegno più o meno fotocopia di una serie innumerevoli DDL che sono stati sistematicamente e pervicacemente presentati negli ultimi 10 anni grazie ad un lavoro di lobbing che ha coinvolto tutti i partiti e tutti gli schieramenti; eccone alcuni esempi

DDL S.957 ( XVI legislatura )

DDL S. 2454 ( XVI )

DDL S.2800 ( XVI )

DDL S.3289  ( XVI )

DDL S.43 ( XVI )

Eppure in quegli anni la politica si mostrò sostanzialmente sorda alle richieste di aiuto di alcune associazioni e di molte madri e pochissime femministe che mettevano non solo in guardia da questi DDL ma denunciavano l’utilizzo della PAS/SAP nei tribunali. Furono pochissimi i parlamentari ed i politici che raccolsero queste richieste : uno di questi è il defunto prof. Antonio Borghesi ( IDV) che fece un’interrogazione al Ministro della Salute in merito alla PAS e soprattutto in merito alla sua validità scientifica, ottenendo una risposta che suonava di vittoria. Sì perché il ministero si era già pronunciato in merito e l’ultima sua dichiarazione ( del 2020 ) è peggiore rispetto a quella ottenuta nel 2012.

Nel frattempo le madri ed i bambini hanno continuato a rimanere inascoltati e costretti dal un meccanismo perverso che è la “bigenitorialità” nella sua accezione della legge 54/2006.

IL Rapporto CEDAW del 2012 infatti sottolineava come la legge 54/2006 in materia di affidamento dei figli stava costringendo le madri a rimanere nella spirale della violenza e permettesse agli uomini di continuare ad esercitare il loro potere di controllo sulle vittime di violenza e esponeva i bambini alla cosiddetta “violenza assistita”.

A questo rapporto si è unita la Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia, ma nonostante ciò ad essa non sono susseguiti interventi che andassero nella direzione della tutela delle donne vittime di violenza e dei loro bambini, né è mai partita una riflessione su una rimodulazione della legge 54/2006 alla luce della Convenzione di Istanbul.

Ed in effetti le proteste contro il DDL 735 del senatore Pillon si sono esaurite con la contestazione del senatore stesso, il femminismo universale una volta accantonato il DDL non ha aperto minimamente una riflessione sulla questione ritenendola risolta con la sconfitta del senatore.

Ai miei occhi è evidente come  anche il DDL 735 sarebbe rimasto nell’oblio e nell’indifferenza anche del femminismo universale se il senatore Pillon non avesse fatto delle agghiaccianti affermazioni sull’aborto.

Peccato che ancora oggi le donne e madri continuano ad essere separate dai figli, i bambini vengono messi in casa famiglia, la PAS ha cambiato nome ma non la sostanza e viene utilizzata nei tribunali.

Anzi la scaltrezza dei suoi sostenitori ( coloro che realmente stanno dietro a tutti questi DDL) è arrivata a capire che il femminismo ha un problema irrisolto con la maternità e con le madri, il transfemminismo intersezionale soprattutto, e stanno iniziando a porre la cosa nella luce che questo femminismo mainstream può trovare accattivante : la riforma dell’affido condiviso andrebbe nella direzione di una maggiore autodeterminazione della donna che non dovrebbe più realizzare se stessa nella maternità, ma anzi potrebbe approfittarne per potersi finalmente dedicare al lavoro ed altri interessi; tutto questo ovviamente DOPO il divorzio.

Finchè il femminismo non avrà superato il conflitto con il materno, ostaggio del patriarcato, una parte enorme delle donne rimarrà senza rappresentanza e senza sostegno…ed in fondo superare il conflitto con i genitori è proprio il passo verso la maturità.

Link utili sull’argomento

Madri Unite contro la violenza istituzionale

The Court Said – Italia

MaternaMente

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