Christine de Pizan, la femminista ante litteram vissuta nel medioevo

Opera di Camilla Falsini per Goal 5 di Lavazza

Nel corso del ‘400 si impose, con una certa insistenza e vivacità, il dibattito sulla natura delle donne. Un dibattito fortemente influenzato dal dileggio e dalla deumanizzazione di matrice aristotelica e biblica, circostanza non casuale visto che quello fu un periodo in cui l’aristotelismo ebbe una grande fortuna, insieme al platonismo grazie a teologi come Tommaso D’Aquino o Agostino d’Ippona o agli studi di Averroè. Deumanizzazione è il termine adatto se si pensa che Aristotele sosteneva che le donne fossero 《un errore della natura》e che Tommaso gli fece eco dicendo che le donne erano 《un uomo malriuscito》, per non parlare di Tertulliano che aveva definito la donna la 《porta del diavolo》.

Sempre un aristotelico, Gasparo Pallavicino, diceva che le donne erano inutili 《se non per lo generare dei figlioli》, degli animali imperfetti e di conseguenza 《di minor dignità che gli omini》; Gasparo però si spinse molto più in là e disse che le donne stesse riconoscevano la loro inferiorità perché 《ogni donna desidera esser omo》. Praticamente ci accusavano, già allora, di “invidia del pene” ancora prima che venisse teorizzata e questo dovrebbe farci porre due o tre domande su come Freud sia arrivato a tali conclusioni, o meglio su come una certa misoginia abbia necessariamente condizionato i suoi studi. Giuliano De’ Medici, che era invece un seguace del platonismo, rincarava la dose dicendo che le donne volevano essere maschi non perché anelassero alla perfezione (che ovviamente loro incarnavano insindacabilmente) ma perché volevano sfuggire < al dominio degli uomini>. A Giuliano vorrei tanto dire 《grazie graziella e …》.In sostanza sapevano benissimo quello che facevano e cercavano di giustificare quello che facevano: era tutta una questione di Potere e Dominio. Non sto a dilungarmi su tutta la sfilza di deumanizzazioni che vennero riversate sulle donne in quel periodo.

Ad un certo punto, in mezzo a questo magma, si eleva una voce, una precoce rappresentante dell’Umanesimo: Christine de Pizan, italiana, ma allora era solamente Veneziana, vissuta alla corte di di Carlo V.

De Pizan si scaglia contro un “poema” allora molto conosciuto e intitolato Romanzo della Rosa di G. Lorris e J. de Meun che altro non era che la Summa delle deumanizzazioni e della misoginia; lo confuta punto per punto 《Cosa sono le donne? Sono serpenti, lupi, leoni, draghi? Sono nemiche della natura umana e come tali vanno ingannate e sopraffatte?》. La sua voce diventa la voce di tutte le donne (istruite) che protestavano contro 《le brutali violenze, i rimproveri, le calunnie, le infedeltà, le offese sanguinose, le bugie e molti altri oltraggi》.

Ovviamente le sue posizioni vengono tacciate di tracotanza e l’autrice additata come pazza e/o presuntuosa; l’autrice ribatte alla accuse dicendo di ritenere assolutamente legittimo 《che io, donna, osi criticare e confutare un autore così fine e sensibile, dopo che lui, come uomo, ha osato calunniare e biasimare tutto il nostro sesso, senza eccezioni》.

Questo acceso conflitto sulla natura delle donne, anzi di difesa dell’umanità piena della donne lo riversa nella sua opera La Cité des dames, in cui l’autrice rovescia il monito contenuto nel Romanzo della Rosa che invitava il sesso maschile a fuggire dalle donne (salvo poi sfruttarle come domestiche, fattrici, schiave ed oggetti sessuali) e lo fa con queste parole.

Care donne, non dimenticate mai che quegli stessi uomini che da un lato vi accusano di debolezza, sventatezza e volubilità, dall’altro si servono di ogni mezzo e degli inganni più curiosi e affrontano enormi sforzi per riuscire a catturarvi come prede nella rete. Fuggite, fuggite, mie care

Accenno che in sua difesa si mosse J. Gerson che però la definì 《insignis femina, virilis feminala donna “con le palle” insomma; evidentemente che le donne fossero pienamente umane senza dover cambiare sesso non era nel loro orizzonte e non lo è ancora oggi.

La domanda che ripropongo è: perché non viene studiata nelle scuole? Perché non fa parte del programma obbligatorio scolastico? Ci vorrebbe una copia delle sue opere ogni studentessa ed ogni studente. Spero che prima o poi qualcuno questa richiesta la faccia a chi di dovere.

Fonti e suggerimenti bibliografici

Bock ” Le donne nella storia europea”

Christine de Pizan, La Cité des dames

Christine de Pizan Il Dibattito sul “Romanzo della Rosa”

E come sempre la verità è questa

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